Francesca24voltealsecondo – #3. Animazione
- Francesca Marchionno
- 29 apr 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Salve bella gente e bentornati su Francesca24voltealsecondo, umile rubrica dove vi indicherò alcuni film che mi sono piaciuti molto e che mi hanno colpito particolarmente, con l’auspicio che accada anche a voi. Dopo aver parlato un po’ di horror e di commedie, passiamo ad un genere spesso poco considerato e da molti circoscritto soltanto alla fetta di spettatori bambini. Stiamo parlando, ovviamente, dell’animazione. Ho un legame particolare con questo tipo di film, come penso parecchi di voi. Di solito sono i primi film con i quali veniamo in contatto, sono quelli che ci hanno accompagnato nella crescita e che ci porteremo nel cuore per sempre. Oggi, però, voglio consigliarvi tre titoli seguendo uno schema ben preciso: il primo sarà come quelli di cui ho appena parlato, il secondo può definirsi un incontro tra pubblico adulto e quello dei più piccoli, mentre il terzo sarà diretto più a persone di una certa età e molto meno a dei minorenni. Iniziamo!
1) Il viaggio di Arlo (Peter Sohn, 2015) Forse avrete già sentito parlare di questo film, è comunque un prodotto Pixar/Walt Disney. Ma forse il suo problema è stato proprio quello: quando uscì nelle sale passò un po’ in sordina perché poco tempo prima era uscito Inside Out che, a ben vedere, aveva fatto molto parlare di sé lasciando poco spazio per questo. Ma credo che Il viaggio di Arlo meriti più attenzione di quella che ha ricevuto. In questo “universo parallelo” l’asteroide non raggiunge la Terra e allora i dinosauri continuano la loro esistenza, evolvendosi ancora di più, in parallelo con gli uomini primitivi. Un giovane apatosauro è costretto ad intraprendere un viaggio, in strana compagnia, che lo porterà alla scoperta del mondo e di sé stesso. Rispetto a quello a cui una casa come la Pixar ci ha abituato, questa volta siamo di fronte ad una storia semplice, ma diretta, così come la morale che si porta dietro. Pensata chiaramente di più per un pubblico di piccini, riesce comunque a commuovere anche i più grandi, perlomeno con me ci è riuscito (arrivate alla scena dei rametti e vedete se non piangete anche voi). A livello visivo è qualcosa di stratosferico, i paesaggi sono da mozzare il fiato. Ma l’aspetto più bello è l’amicizia che si creerà tra il protagonista e il suo strambo amico, che mostra come le differenze a volte non sono niente e soprattutto ho adorato il bizzarro capovolgimento delle figure uomo-animale. Insomma, davvero molto carino… e lo trovate comodamente su Disney+.

2) Dov’è il mio corpo? (Jérémy Caplin, 2019) Passiamo adesso ad un film francese, nominato agli ultimi Oscar come miglior film d’animazione. Questa pellicola è molto peculiare: due storie, quella di un ragazzo solitario e quella di una mano che va alla ricerca del suo corpo perduto, si intrecciano inevitabilmente nella Parigi dei nostri giorni. Un tema molto presente nella cinematografia mondiale, quello della sindrome dell’arto perduto, ma forse mai visto da questa prospettiva. Un punto di vista surreale e fantastico che solo il cinema di animazione può regalarci. Ci si affeziona inevitabilmente ai nostri due protagonisti, la mano ha una vera e propria personalità. Anche se i dialoghi sono ridotti all’osso, la storia si segue benissimo perché lascia parlare le immagini. Ci si perde negli effetti visivi e nei tantissimi colori della Parigi dipinta in questo film, dove la fanno da padrona il ricordo, la perdita e la nostalgia. Una storia su come affrontare il dolore, in cui però non c’è la pretesa di insegnare qualcosa. Bensì si mostra semplicemente una storia, lasciando un finale aperto in cui lo stesso spettatore può trovare spazio per le sue domande e, se vuole, arrivare anche alle risposte. Un racconto dolce, che mi ha cullato per tutta la sua durata e che vi consiglio di correre a guardare. Inoltre, lo trovate comodamente su Netflix.

3) Gatta Cenerentola (Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone, 2017) L’ultimo film che voglio consigliarvi oggi è una perla di cui dovremmo andare molto fieri. Gatta Cenerentola è un film italiano, una piccola opera d’arte che sta a dimostrare che se si vuole, anche in Italia, si può fare cinema, in questo caso di animazione, di alto livello. Tante sono le cose che si potrebbero dire di questo film. La trama si intuisce dal titolo, ma uno dei punti forti è proprio l’originalità che i suoi creatori hanno sviluppato nel riprendere una delle fiabe più conosciute trasportandola in Italia e donandole un riadattamento sorprendente. Siamo a Napoli, Vittorio Basile è un ricco scienziato proprietario di una gigantesca nave supertecnologica, la Megaride. Basile ha un grande progetto in mente: creare nel porto di Napoli un polo tecnologico che dia lavoro a tutti i napoletani. All’inizio della storia Basile, già vedovo e con una figlia, ha la grande colpa di innamorarsi di Angelica. Il giorno del loro matrimonio, un trafficante di droga, O’ Re, in combutta con la stessa Angelica, uccide Basile. E la storia di Mia, figlia del grande filantropo, seguirà a grandi linee quella della ben più conosciuta Cenerentola. Soltanto che questa volta il contesto è ben diverso: illegalità, ingiustizia, avidità e tragedia fanno da sfondo a questo racconto dai toni molto amari. La pellicola non è assolutamente adatta ai bambini, sono molto presenti linguaggi scurrili, violenza e non viene risparmiata la presenza del sesso. Ed è uno dei motivi per cui ho amato questo film, perché è prova che anche il cinema di animazione può parlare agli adulti. Mi complimento, anzi, visto la maniera sorprendente con cui l’hanno fatto. La tecnica di animazione è affascinante, non è quello a cui siamo abituati di solito. La musica è una componente molto presente: dà un tocco in più alla storia, aiuta il suo sviluppo, sia per caratterizzare i personaggi che per creare l’ambiente giusto. Inoltre, faccio un inchino metaforico ai doppiatori perché hanno regalato delle performance molto più che convincenti. Insomma, si tratta di una pellicola davvero speciale. La cosa che mi è piaciuta di più è l’atmosfera che si forma per tutto il corso della pellicola: non si capisce di preciso il periodo in cui la storia è ambientata, quasi sospesi in un tempo tra passato e futuro. Vengono inseriti degli elementi assurdi che però funzionano benissimo (come, per esempio, le sorellastre), i personaggi sono messi in scena in maniera impeccabile, le ambientazioni della nave con tutti quegli ologrammi sono probabilmente la mia parte preferita. Ma la cosa che funziona di più di questo film è che attraverso la storia di Cenerentola si riesce a parlare della nostra realtà, come si uniscono la fiaba e il racconto della criminalità è qualcosa che è difficile spiegare a parole. Correte a guardarlo e lasciate che sia il film a parlare. Anche perché lo trovate comodamente su RaiPlay.

E siamo arrivati al termine anche di questo appuntamento. Come sempre, grazie per essere arrivati fino a qui! Alla prossima!
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