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L'ora della Brenda – #10. You Tube

  • Immagine del redattore: Brenda Lenoci
    Brenda Lenoci
  • 8 giu 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Buon pomeriggio a tutti e Bentornati all’Ora della Brenda!!

Come state? Io mi sento un po’ nostalgica in quanto oggi è la nostra ultima merenda insieme. Vi ringrazio sinceramente per aver condiviso così tanti spuntini con me, ne sono onorata. Ci vedremo presto però, sempre qui su La Povera Olga con tante novità in arrivo. Questo nostro ultimo appuntamento è tutto dedicato a You Tube e a tre chicche che non potevo non condividere con voi. Prima dei tristi saluti andiamo a goderci la nostra pausa pomeridiana perciò… ANDIAMO A COMINCIARE!


Il primo consiglio è: Haute-Couture, un documentario restaurato del 1949 diretto da Henri A. Lavorel, un viaggio nel tempo alla scoperta del mondo di uno dei più grandi stilisti mai esistiti, Christian Dior. Per gli amanti del vintage, per i malinconici, per chi sente di provenire da un’altra epoca, questo piccolo ma sublime documentario fa certamente al caso vostro. Sarete catapultati nella Parigi degli anni ’40, un universo che sembra quasi non essere mai esistito, fatto di eleganza che si riscontra in ogni ambito, nel vestire, nel semplice camminare, nel modo di porsi, da sembrare così distante e al contempo far risultare la nostra contemporaneità così sciatta e adombrata da superficialità. 14 minuti rivelatori dell’infanzia, delle ispirazioni, dell’ambizione e dell’unicità dello stilista, che attraverso poetiche (e qualitativamente insuperabili) immagini d’archivio, ci faranno assaporare la realizzazione e l’esposizione della collezione di Haute Couture autunno-inverno del 1949. A noi spettatori sembra essere data la possibilità di fare una rara sbirciatina all’interno di un microcosmo immacolato, invidiandone la grazia e l’immensa rivelazione che il pubblico dell’epoca ne avrebbe di lì a poco goduto. 



La seconda proposta di oggi è: The man who is afraid of falling, cortometraggio di animazione del 2011 con la regia di Joseph Wallace. Vincitore di numerosi e ambiti premi, il corto è stato girato con una Canon 5D e DragonFrame ed è quasi tutto fatto di cartone. Semplice e lento come il nostro protagonista, un uomo anziano che vivendo da solo, sviluppa una serie di atteggiamenti paranoici, tutti dettati dalla paura sopraggiunta dopo che un suo vaso con dei fiori cadde dalla finestra del suo appartamento. Da lì in poi svilupperà lui stesso il terrore di cadere; per qualsiasi cosa che gli scivolerà dalle mani, proietterà nella sua testa l’immagine del proprio fragile corpo crollare a terra, metafora della solitudine e dell’inquietudine che un vecchio uomo può provare. Un lavoro di 5 minuti che potrebbe all’apparenza sembrare piuttosto banale ma che in realtà ci ricorda la lezione più grande di tutte: se cadi ti puoi sempre rialzare, potresti romperti qualcosa, potresti considerare tutto perduto, potresti anche riparare ciò che si è rotto, ma è dalla terra che si rinasce più forti e belli di prima, dal basso ti rendi conto dell’unicità delle cose e sei pronto a rialzarti senza più paura. 


Il mio ultimo consiglio è: Father and Daughter cortometraggio di animazione di Michaël Dudok De Wit del 2000, vincitore del Premio Oscar. Disegni semplici ed essenziali, una bicicletta, uno degli oggetti più legato all’infanzia e al ricordo di un padre, un legame indescrivibile di una figlia che lo aspetta, un amore che non si può raccontare, il tempo che passa, e la volontà di  ricucire una ferita ancora aperta. Il cerchio della vita che si chiude ritrovando chi ci ha insegnato ad andare in bicicletta e il carico fortissimo di emozioni che ti travolgono e che ti rasserenano. Un prodotto che lavora in sottrazione riportandoci al nucleo di questo legame con tanta e inevitabile malinconia. Esempio pregevole di come le parole non sempre servono, che affetti di questo tipo possono essere raccontati poeticamente attraverso quadri raffinati e musiche leggere, che non si ha sempre bisogno di grandi storie complicate, che la semplicità è la qualità più emozionante di tutte. 



Eccoci arrivati alla fine. Sono state dieci settimane bellissime e sorprendenti. Spero sia lo stesso per voi. Nell’attesa di risentirvi presto vi ricordo che L’ora della Brenda non scomparirà per sempre, tornerà a farvi compagnia quando meno ve lo aspetterete. Intanto dedichiamoci al qualcosa di nuovo, perché il cambiamento è sempre positivo.


A presto,

La vostra Brenda

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