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L'ora della Brenda – #4. Sky

  • Immagine del redattore: Brenda Lenoci
    Brenda Lenoci
  • 13 apr 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Ciao a tutti e Buona Pasquetta!

Bentornati nella rubrica che delizia i vostri palati. 

Come state? Io bene, dopo le fatiche universitarie mi sono concessa una settimana di pausa e da oggi si torna al lavoro a pieno regime seduta alla mia scrivania. Una Pasquetta particolare, c’è il sole e siamo chiusi in casa. Non disperiamoci però, affacciamoci alla finestra, avventuriamoci nel nostro giardino, accomodiamoci sul balcone e assaporiamo con ottimismo questi raggi splendenti che aiutano il nostro corpo a produrre vitamina D, un antidepressivo naturale. ;)

Per i più pigri come me, ho in serbo un programmino speciale questa settimana, tutto dedicato a Sky. Accomodatevi sul divano e godetevi i miei consigli. ANDIAMO A COMINCIARE!


Voglio consigliarvi quella che possiamo definire la mia serie tv preferita, dopo How i met your mother; sto parlando di This is us, prodotto statunitense, ideato da Dan Fogelman (le prime stagioni potrete trovarle anche su Amazon Prime Video). Racconta la vita della famiglia Pearson, di una padre impeccabile, Jack, interpretato da Milo Ventimiglia (i fan di Una mamma per amica sono i benvenuti), di una madre dolce e determinata, Rebecca, e dei loro tre gemelli.  È molto difficile per me descrivere questa serie perché ho empatizzato molto con ognuno dei personaggi e non riesco a non far trapelare la mia emotività mentre scrivo. Credo che proprio questo sia il  suo successo, raccontare la vita nella sua dicotomia tra complessità e semplicità, farcela riscoprire nel nostro quotidiano e permetterci di goderne pienamente. Altro punto forte è il montaggio che balza sinfonicamente tra presente e passato per farci conoscere globalmente i personaggi e le loro problematiche. Inoltre ogni episodio si conclude con un cliffhanger, un colpo di scena, un tassello che si aggiunge alle storie di queste vite che ci ricorda sempre quanto il passato sia importante e quanto questo, pur non volendo, influenzi il nostro presente e futuro, e questo per i malinconici come me è veramente il colpo di grazia. Insomma si piange, e anche tanto, per qualsiasi sfumatura, prima, dopo e durante, anche quando non vorresti, e lo trovo bellissimo. 



Come documentario voglio presentarvi: Fantastic Mr. Fellini, un prodotto di Sky Arte, dove il colorato mondo del regista viene raccontato da un altro regista il cui mondo è sicuramente altrettanto magico: Wes Anderson, un fan illustre che seduto alla sua poltrona ci mostra come il suo e quello felliniano siano due mondi tra loro correlati e condividano molte affinità. Per i più appassionati come me è impossibile non immaginare cosa l’incontro tra questi due cervelli avrebbe creato. Entrambi hanno prodotto una loro personalissima visione del mondo creandone un’estetica così riconoscibile da diventare un marchio di fabbrica. Ogni inquadratura diventa un quadro in cui scorgiamo tra i colori le vite di personaggi onirici. Un piacere per gli occhi e per le orecchie, tanto che le parole di Fellini sono recitate da Stefano Accorsi. Breve ma sicuramente intenso!



Infine vi propongo il film Girl (2018): profondamente sentito, struggente e rivelatore.

Narra le vicende di Lara, un’adolescente di 15 anni con la passione per la danza classica: insieme al padre single e al fratellino si è trasferita in un’altra città per frequentare una prestigiosa scuola di balletto, a cui si dedica profondamente. La sua più grande sfida è riuscire a fare i conti con il proprio corpo, perché Lara è nata ragazzo. Victor all’origine, rifiutato con odio silenzioso. Film di formazione che racconta una trasformazione sotto tutti gli effetti, il cui dolore e frustrazione non possiamo nemmeno immaginare, credetemi. Il problema non è l’esterno, perché tutti sembrano aver accettato la sua identità e l’inizio del suo nuovo percorso, ma l’interno.

Grazie alla regia di Lukas Dhont, giovane esordiente, belga, che quasi stalkera la ragazza, dal cui sorriso timido, dalla  cui introspezione percepiamo paradossalmente in maniera violenta tutto il suo dolore perché non basta la somministrazione di ormoni, vuole essere donna, vuole che la sua natura sia quella di una donna. Una macchina da presa fissa su di lei e sulla percezione che lei ha del proprio corpo nello spazio in cui vive, sottoponendosi a prove stressanti che solo la pubertà e la sala di danza possono darti. Consiglio la visione di questo film per capire la voragine che può dare l’essere nato in un corpo che non ti appartiene. Un concetto così astratto per noi ma che questo film concretizza con semplice delicatezza. 


Bene, per questa settimana il mio compito è terminato. Ci vediamo lunedì prossimo con i miei consigli per YouTube

Buona merenda a tutti!


La vostra Brenda 

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