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Pull the ticket & enjoy! – #2.

  • Immagine del redattore: Erica Yvonne Terenziani
    Erica Yvonne Terenziani
  • 10 apr 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 24 apr 2020

Bentornati cari lettori nella rubrica dove accettiamo consigli da una strana scatola chiamata What can I watch today? 100 great movies, qualsiasi film sia. Un cult imperdibile? Un capolavoro di nicchia? Lo scopriremo insieme.


Ancora una volta ci siamo fatti attirare dal lato thrill, e abbiamo strappato il biglietto successivo, che riporta la classificazione Crime-Drama.

Oggi la scatola ci porta in Brasile con un film del 2002, City of God (Cidade de Deus) diretto da Fernando Meirelles e Katia Lund, presentato fuori concorso al 55° Festival di Cannes e tratto dall'omonimo romanzo semi-autobiografico dello scrittore Paulo Lins. Il film venne anche nominato a quattro premi Oscar e un Golden Globe come miglior film straniero.


Il lungometraggio narra le vicende di Buscapé, un ragazzo che scoprirà crescendo di voler diventare fotografo, nato e cresciuto nella Città di Dio, una favela di Rio de Janeiro, dapprima caratterizzata da povertà ma in forte sviluppo e crescita, e in seguito sempre più propensa alla criminalità. Mentre vediamo crescere il protagonista, altre vicende si intrecciano alle sue, in particolare quelle del personaggio più negativo del film, Zè Pequeno, un ragazzino che da piccolo delinquente si trasformerà in boss del narcotraffico e capo della criminalità della città.


Una pellicola non tanto particolare in ciò che racconta ma in come lo fa. Il punto forte, a parer mio, è una sceneggiatura così ben strutturata che "balza", nel vero senso della parola, da una vicenda all'altra, tra passato e futuro, e si destreggia tra i dettagli più significativi della storia. Come la digressione sull'appartamento dove Zè Pequeno gestisce il suo traffico di droga: la telecamera immobile vede davanti a se un susseguirsi di momenti, dalla nascita dell'appartamento fino alla presa in carico dell'antagonista.

Questo continuo zig-zag, in una coralità di personaggi, porta lo spettatore a pensare, in un primo momento, di allontanarsi dalla storyline principale con la paura di non riprenderla più. Invece ogni singolo pezzo del puzzle si rivelerà poi far parte di un progetto più ampio e ben studiato. La voce narrante del protagonista sostiene ed arricchisce questo elemento nella costruzione del racconto, e a tratti sembra romanzare questa storia così vera, fin troppo, che tra violenza e sangue non risparmia lo spettatore dall'idea di un mondo crudele al quale è difficile se non impossibile sottrarsi, nemmeno quando lo si vuole davvero.


City of God lo trovate in streaming su Amazon Prime Video.


Per oggi è tutto ma questa rubrica ha cadenza bimensile (ogni due venerdì) quindi avrete il tempo, se vorrete, di recuperare o riguardare questi great movies che la scatola ci consiglia, mentre io vado a strappare il prossimo biglietto! Buona visione!



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