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I fumetti Marvel prendono vita e conquistano i nostri cuori, la mia Top Ten (posizioni 10 - 8)

  • Immagine del redattore: Lorenzo Puglisi
    Lorenzo Puglisi
  • 6 mag 2020
  • Tempo di lettura: 11 min

Sono ormai innegabili il successo e la fama che il Marvel Cinematic Universe (MCU) ha raggiunto dal 2008 fino ai giorni nostri, creando quello che viene considerato il primo vero universo espanso cinematografico, ma di cosa stiamo parlando esattamente? In pochissime parole parliamo di una serie di film (ad oggi siamo arrivati a ben ventitrè senza contare i futuri Black Widow e The Eternals le cui uscite sono state posticipate per via della situazione che stiamo vivendo) che in un modo sublime si concatenano l’un l’altro creando una storia senza eguali che dal primo Iron Man si conclude con il celeberrimo Avengers Endgame (per essere più precisi si concluderebbe con Spider-man Far From Home, il quale però può ritenersi un film un po’ a parte rispetto alla storyline principale, quella delle cosiddette Gemme dell’Infinito). C’è da aggiungere che questo viaggio cinematografico si divide in tre fasi, la prima è sostanzialmente quella delle origini dei primi Vendicatori, ovvero Iron Man, Captain America, Hulk e Thor, e si conclude con il primo vero successo del MCU ovvero Avengers, primo film d’ensemble in cui i supereroi sopra citati si trovano per la prima volta a combattere al grido di Avengers Uniti!



La seconda fase include i seguiti delle avventure dei singoli eroi (ebbene sì per quanto tutti i film siano collegati tra loro ci sono comunque varie sottotrame che interessano i vari eroi presi a solo), ma introduce anche personaggi nuovi come i Guardiani della Galassia e Ant-Man, e finisce con il secondo film corale, ovvero Avengers Age of Ultron. La terza fase è quella più corposa, ed è composta da ben undici film, anche qui vengono introdotti nuovi eroi come Black Panther e Spider-Man ed include quelli che sono i successi maggiori ovvero Infinity War ed Endgame. Vorrei spiegarvi ora in cosa consiste la trama di queste prime tre fasi del MCU per poi passare al tema principale di questo articolo, ovvero la mia personale Top Ten. Dunque il fulcro attorno a cui tutti film girano sono le già nominate Gemme dell’Infinito, ovvero sei pietre sparse nelle varie parti dell’Universo, ciascuna delle quali controlla un aspetto specifico della realtà: Anima, Tempo, Spazio, Realtà, Potere e Mente. Riunite insieme danno a chi le possiede un potere inimmaginabile, alla loro ricerca è il villain principale della nostra storia, ovvero Thanos il Titano pazzo, il quale vuole riunire le gemme per poter sterminare metà della popolazione dell’Universo, unico modo a parer suo, per poter riportare equilibrio in un universo ormai lasciato andare a se stesso.



Prima di iniziare con la prima parte della Top Ten vorrei specificare che, come sempre, si tratta di un semplice parere personale, non ritengo la mia classifica come la classifica che tutti devono seguire, come sempre il nostro scopo è quello di condividere con voi lettori i nostri pareri e darvi spunti su cosa guardare nelle vostre giornate. Per motivi di fruibilità ho scelto di dividere la classifica in più parti così da potervi analizzare in modo più approfondito ciascun film. Detto questo tenetevi pronti, si comincia.


10 - Captain America: Civil War

Al decimo posto troviamo Captain America: Civil War, film del 2016 degli ormai celebri fratelli Anthony e Joe Russo. Anche se il titolo può essere fuorviante più che un capitolo dedicato solo al celebre Capitan America, il film è un film corale in quanto vede la presenza di quasi tutti gli Avengers. A causa di un incidente avvenuto durante una missione degli Avengers che causa la morte a dei civili innocenti, i nostri eroi si trovano di fronte alla difficile scelta di dover o meno lavorare per il governo e quindi avere meno indipendenza. Si formano due diverse fazioni, la prima capitanata da Iron Man, è d’accordo nel firmare i cosiddetti Accordi di Sokovia, la seconda, capitanata da Steve Rogers (aka Capitan America) è più restia. Ciò che fa esplodere il vero conflitto è l’attentato avvenuto ai danni del re di Wakanda, di tale attentato viene ritenuto responsabile Bucky Burnes, ovvero il Soldato d’Inverno, migliore amico ai tempi della guerra del Capitano Rogers, il quale però a causa di un esperimento russo è diventato un assassino che non ricorda il suo passato. Per difendere dunque il suo vecchio amico Capitan America si ritrova a dover affrontare alcuni dei suoi ex compagni di battaglie con un colpo di scena finale strappalacrime. Il film ha una regia magistrale, come i fratelli Russo hanno dimostrato già con Captain America: The Winter Soldier e come dimostreranno in seguito con i due capitoli finali della saga dei Vendicatori, molto da film d’azione alla John Wick, con inseguimenti, sparatorie, ma anche (come è ovvio) combattimenti tra supereroi tra raggi laser, ragnatele, scazzottate e magie. Nel film vengono introdotti nuovi eroi come Spider-Man e Black Panther, il che suscitò molto l’attenzione e l’approvazione da parte del pubblico. Ho scelto di collocarlo nella posizione finale per via delle grosse differenze con la sua controparte fumettistica. Il fumetto Civil War di Mark Millar e Steve McNiven ci mostra una lotta di proporzioni ben maggiori rispetto a quella che vediamo nel film, lotte che portano addirittura alla morte di alcuni dei nostri eroi. Ma questa riduzione avvenuta nel film è dovuta al fatto che nel fumetto sono presenti molti più supereroi (come ad esempio i fantastici 4 o Doctor Strange, il quale non era ancora entrato a far parte del MCU), e a parer mio si poteva evitare semplicemente rimandando questo scontro in seguito quando la casa cinematografica avrebbe introdotto nuovi eroi nel suo universo, ma ovviamente è un parere personale e a parte questo piccolo “difetto” è come già detto un ottimo film, quello che più di ogni altro film Marvel tocca il tema dell’amicizia, del gioco di squadra e di come sia facile perdere entrambe le cose se non si è uniti, d’altronde United We Stand, Divided We Fall.



9 - Doctor Strange

Al nono posto ho deciso di collocare il film del 2016 per la regia di Scott Derrickson Doctor Strange. Il film introduce nell’universo cinematografico di casa Marvel uno dei supereroi più affascinanti della casa fumettistica, il dottor Stephen Strange ed è il quattordicesimo film del MCU. Stephen Strange è un neurochirurgo di fama mondiale, ma la sua fama lo porta anche ad essere una persona arrogante ed egocentrica, che tratta con sufficienza chiunque, anche la sua collega ed ex ragazza Christine Palmer. Un giorno però Strange ha un incidente stradale e perde l’uso delle mani. Le sue conoscenze mediche non bastano a guarire la lesione che lo affligge e, venuto a conoscenza di un paziente con un problema simile al suo, ma che è riuscito a guarire, decide di chiedergli come ha fatto. La risposta è che l’uomo è andato in un tempio delle arti mistiche a Kamar-Taj dove ha appreso le arti magiche in grado di farlo camminare, ed è qui che Strange decide di recarsi. Qui incontra i suoi maestri, Karl Mordo, l’Antico (lo Stregone Supremo, ovvero il più potente e, come dice il nome antico stregone di tutti) e il bibliotecario Wong. Dopo le prime diffidenze (sia da parte di Strange sia da parte dei maestri) e i primi fallimenti, Strange diventa il migliore del suo corso, spingendosi addirittura a perfezionare pratiche di livello superiore, e tra queste viene a contatto con un artefatto custodito nel tempio, ovvero l’Occhio di Agamotto, in grado di poter manovrare il tempo. Nel frattempo un ex allievo dell’Antico, Kaecilius insieme ai suoi seguaci tenta un rito per evocare Dormammu, il signore della Dimensione Oscura, un luogo dove il tempo non esiste, e distrugge il Santuario di Londra ed attacca quello di New York (questi due e quello di Kamar-Taj servono a difendere la nostra dimensione, ovvero quella che conosciamo, da quella Oscura). Durante questo attacco Kaecilius svela il segreto della longevità dell’Antico, ella (l’Antico è infatti una donna) trae potere dalla Dimensione Oscura per restare immortale, ma in questo scontro rimane gravemente ferita e nonostante Strange cerchi di salvarla ella si redime e capisce che è arrivato per lei il momento di morire e cedere il suo posto ad un nuovo stregone, Strange per l'appunto, il quale dopo la sua esperienza al tempio capisce la brevità della vita e diventa una persona nuova, si distacca da ciò che è futile e materiale per concentrarsi su quello che dura e si sposta appunto su una diversa dimensione, una più spirituale, che lo porta ad approcciarsi meglio con la gente che lo circonda. Il rituale di Kaecilius è ormai concluso ma Strange ha un piano per fermare l’arrivo di Dormammu, egli entra nella Dimensione Oscura per affrontare Dormammu, ma questi è molto più potente e il nostro eroe sceglie di portare il Tempo in una dimensione dove questo è assente. Strange intrappola infatti Dormammu in un loop temporale grazie all’Occhio di Agamotto, una cosa insopportabile per il nemico il quale acconsente di richiamare i suoi seguaci e di rinunciare ad attaccare la Terra in cambio di essere liberato dal Tempo. Anche questa volta la Terra è salva e l’Occhio di Agamotto si rivela essere una delle Gemme dell’Infinito, quella ovviamente del Tempo. Ed è il Tempo il fulcro centrale del film, quello attorno al quale ruota tutto, esso torna in diversi modi: frequente è la presenza di orologi nel film (ad esempio dopo che Strange ha venduto tutto per trovare una cura alle sue mani l’unica cosa che gli resta è un orologio), il Tempo è l’arma che riesce a sconfiggere Dormammu, ed è il Tempo il messaggio fondamentale che il film ci manda e sul quale ci vuole far riflettere. Concentriamoci un momento sul toccante e significativo discorso che l’Antico fa prima di morire:


Strange: “Non sono pronto.”

L’Antico: ”Nessuno lo è. La morte da significato alla vita, sapere che i tuoi giorni termineranno, che il tuo tempo è breve, pensi che dopo questo tempo io sia pronta? Ma guardami, sto prolungando questo momento solo per poter guardare la neve.”


Ella ha vissuto innumerevoli anni, ha avuto il Tempo tutto per sé, egoisticamente, eppure non basta. Magari nonostante gli anni vissuti non è riuscita a vivere davvero perché appunto non aveva la morte ad aspettarla, e dunque non ha dato significato ai suoi giorni. Ed è questo messaggio, questo ultimo insegnamento che fa riflettere e cambiare Strange e che dovrebbe far riflettere anche lo spettatore, il quale vive in un mondo dove “non c’è mai tempo” per le cose che contano davvero. Altra cosa interessante è lo stile del film, esso è infatti pieno di effetti visivi e stroboscopici che proiettano lo spettatore (e Strange) in Dimensioni fantastiche e surreali. Ma Derrickson gioca con lo spettatore, infatti riesce ad usare il tema principale del film, appunto il Tempo, anche nello stile del film, dove troviamo appunto tecniche quali il rallenty o le accelerazioni. Prima di concludere è degno di nota lo spettacolare cast del film (Nel MCU sono infatti sempre presenti guest star che interpretano ruoli di personaggi secondari), abbiamo infatti il grande Benedict Cumberbatch che interpreta Stephen Strange (mai attore fu più azzeccato come quando Robert Downey Jr fu scelto per interpretare Tony Stark), Chiwetel Ejiofor è Karl Mordo, la bellissima Rachel McAdams è la collega e dottoressa Christine Palmer, Mads Mikkelsen è Kaecilius e la talentuosa Tilda Swinton ha la parte dell’Antico.



8 - Spider-man: Homecoming

In ottava posizione troviamo il primo film del nostro Marvel Cinematic Universe dedicato a quello che con ogni probabilità è il supereroe più famoso al mondo, il nostro amichevole Spider-man di quartiere. Devo ammettere di essere particolarmente legato a questo personaggio, sin da piccolo seguivo le sue avventure con la serie animata del 1994 e quando uscirono i film di Sam Raimi li guardai fino alla nausea, con un ottimo Tobey Maguire nei panni di Peter Parker. Successivamente la Sony ottenne (e tuttora detiene) i diritti del personaggio e realizzò il dittico di Amazing Spider-man con Andrew Garfield come protagonista ma non ebbe molto successo. Con il successo sempre crescente del MCU la Marvel voleva a tutti i costi riavere i diritti del supereroe tessiragnatele ed ottenne un accordo con la Sony, la quale le “prestò” il personaggio in attesa di ulteriori accordi, e già nel titolo del film possiamo trovare una trovata geniale, ovvero Homecoming, cioè “ritorno a casa” che nonostante sia il titolo di una serie di fumetti del ostro eroe è chiaro il riferimento al vero “ritorno a casa”, quello cioè in casa Marvel. Per la parte del giovane Peter Parker venne scelto Tom Holland, una scelta azzeccatissima perché ci mostra un diverso Spider-man rispetto a quello che abbiamo conosciuto fino ad ora. Come ho accennato in precedenza, lo Spider-man di Holland viene introdotto nel MCU in Civil War dove appare in qualche scena, ma è appunto con Spider-man Homecoming che ottiene la sua consacrazione e l’approvazione da parte del pubblico. Il film in questione è del 2017 ed è diretto da Jon Watts, il quale verrà scelto per dirigere anche il sequel, Far From Home del 2019. Per quanto sia considerato un cosiddetto film delle origini (film che raccontano appunto la genesi e le origini del supereroe) paradossalmente di tale non ha molto, nel film infatti non vedrete il famoso morso da parte del ragno geneticamente modificato che dona a Parker i superpoteri, né la tragica scena della morte dello zio Ben (questo personaggio è totalmente assente anche se viene brevemente accennato in un dialogo) e va benissimo così, perché le abbiamo già viste in tante salse e il tutto ci viene lasciato intendere dai comportamenti del protagonista. Il Parker di Holland è infatti il Peter Parker per eccellenza, è il solito liceale “sfigatello” nerd, appassionato di fumetti e di cinema (divertentissimi i riferimenti a Star Wars) amante della scienza (vediamo finalmente, anche se anche qui in una brevissima scena, come realizza le sue ragnatele durante l’ora di chimica) e imbranato con le ragazze ed è proprio questa l’essenza di Peter Parker, un ragazzino che i ritrova a dover gestire i problemi legati all’essere un teenager e quelli dell’essere un supereroe emergente. Spider-man infatti non è ancora un vero eroe, vive all’ombra degli Avengers e fa di tutto per mettersi in mostra ma soprattutto per trovare l’approvazione del suo mentore Tony Stark (chiaro sostituto della figura paterna mancante), per far ciò Peter segue le tracce di un traffico di armi modificate con componenti aliene, al cui capo vi è Adriam Toomes, ovvero l’Avvoltoio (chiamato così per via delle ali robotiche che indossa nelle sue scorribande) ma per via della sua inesperienza nel combattere nemici e catastrofi più grandi di lui peggiora le situazioni (a cui deve sempre porre rimedio Iron Man). Ciò porta alla decisione da parte di Tony Stark di confiscargli il costume che lui stesso gli aveva creato ed affidato per poterlo tenere al sicuro ma anche per fargli capire come fare ad essere un vero eroe, Parker in seguito capisce che non serve un costume ipertecnologico per salvare delle vite, è ciò che siamo che fa di noi dei veri eroi, e grazie a questa consapevolezza trova la forza di poter sconfiggere Toomes e riguadagnarsi il rispetto di Stark e dei civili. Il film è quindi un’ottima trasposizione di chi Peter Parker e Spider-man sono in realtà ed è apprezzabile non solo dai fan dell’eroe ma anche da chi vuole scoprirlo da zero. Va però sottolineato che il film è “petercentrico” ovvero pone più attenzione a Peter Parker più che a Spider-man ed è un’ottima cosa perché appunto ci mostra come deve fare per diventare Spider-man, e quindi è per questo che è un film delle origini, non ci mostra le origini fisiche (ovvero il morso del ragno, gli allenamenti, le prime creazioni del costume e delle ragnatele) ma quelle psicologiche del supereroe. Lo stesso tono del film è molto teen, è infatti ambientato per la maggior parte nel liceo di Peter, ampio spazio viene dato ai suoi coetanei e la stessa colonna sonora ci porta al clima “spensierato” del liceo. Come ogni altro film Marvel anche questo ha guest star di rilievo, abbiamo infatti Zendaya nei panni della compagna di classe di Peter, Michelle, Marisa Tomei che interpreta una giovanissima zia May, ma soprattutto il grande Michael Keaton nei panni di un pericolosissimo e minaccioso Toomes (geniali le citazioni al Batman di Tim Burton ma soprattutto a Birdman di Alejandro González Iñárritu la cui critica ai cinecomics viene un po’ calpestata dallo stesso Keaton).



Si conclude quindi qui la prima parte della Top Ten dedicata al Marvel Cinematic Universe, spero abbiate apprezzato le varie analisi e i miei pareri riguardo questi film, ho cercato di non limitarmi ad un’analisi prettamente cinematografica e inserito qualche elemento che vi potrebbe interessare nel caso vogliate approfondire l’universo immenso della Marvel, non mi resta che augurarvi una buona visione e a presto con la seconda parte della classifica!

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