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Una riflessione notturna: scegliere è difficile

  • Immagine del redattore: Davide Ionici
    Davide Ionici
  • 2 apr 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 4 apr 2020

La scorsa notte sono stato molto indeciso. Precisamente era l’una di notte. In questo periodo ho problemi a prendere sonno prima delle tre quindi mi piace, piuttosto che rigirarmi nel letto per ore, passare il tempo recuperando film, serie tv e videogiochi. Una brutta abitudine penseranno alcuni, sono d’accordo con voi. Anche perché questi ritmi hanno piano piano annullato le mie mattine. Soprassediamo. Navigo senza meta nelle infinite pagine dei servizi di streaming, è arrivato anche Disney +, sarà ancora più difficile decidere cosa guardare. Iniziare un film sarebbe stato sconsiderato, era troppo tardi, meglio dirottare su un episodio di una serie tv. Mi rendo conto che, nonostante avessi tagliato una fetta enorme di scelta non considerando i film, le possibilità erano ancora troppe. Quanto è difficile scegliere? C’è talmente tanta roba che scindere i prodotti buoni da quelli meno interessanti è impossibile autonomamente, informarsi è fondamentale.


C’è troppo rumore. Quante volte vi è capitato di iniziare una serie tv, guardare venti minuti del primo episodio e chiedervi subito se fosse il caso di continuare?

“Mi piace abbastanza? Forse sto perdendo tempo che potrei investire in un’altra serie che mi prende di più.”

Dati alla mano è chiaro che il pilot è sempre l’episodio con più ascolti di una serie tv. Molti considerano il primo episodio come una demo, una dimostrazione di quello che la serie ha da offrire. Per questa ragione gli stessi autori tendono a concentrare una grossa fetta di sforzi creativi nei primi 50 minuti della loro storia. Come biasimarli? Il pubblico sceglie se proseguire o meno nella visione dopo aver visto il pilot, o peggio, dopo averne visto i primi minuti. Non credo sia una pratica da condannare, è un comportamento lecito, giustificato dalla quantità di alternative possibili e dal poco tempo che abbiamo. Quante persone avranno mollato The OA, Dark e altri titoli dopo aver visto il primo episodio, ignari degli elementi interessanti e dei risvolti inaspettati che si presentano con l’avanzare degli episodi?


Un frame di Dark (2017), serie originale Netflix.
Il pilot di Dark (2017) potrebbe sembrare una versione più cupa di Stranger Things. Basteranno pochi episodi per scoprire che si va a parare da tutt'altra parte.

Scorro, scorro, scorro… mi piace pensare a un ipotetico presente in cui Breaking Bad esce come originale su Netflix. Chissà se avrebbe avuto lo stesso successo. Nel lungo periodo, supportato dai media e dagli appassionati, penso di sì. Quanti, invece, sarebbero passati ad altro dopo il primo episodio?


Fino a qualche anno fa, non serve andare troppo indietro, per seguire una serie tv esistevano solo tre strade: cofanetto in dvd, programmazione televisiva, download illegale. Tre metodi diversi con una cosa in comune: mollare la visione non era una pratica indolore e cambiare serie non era così immediato. Non avrei mai pensato di fermare una serie al primo episodio dopo aver speso i miei risparmi nel cofanetto contenente la prima stagione completa, ci sarei arrivato in fondo e magari avrei anche cambiato opinione. Per quanto riguarda la trasmissione tv non eravamo noi a scegliere, se veniva trasmesso Breaking Bad o guardavi quello e cercavi altro in altri canali. Pensare che il download illegale sia l’unico canale rimasto invariato nel tempo credo sia sbagliato, soprattutto perché entra in gioco il fattore connessione internet. In un periodo in cui avere la 7 mega sembrava già un miracolo chi scaricava serie tv intere passava giorni e giorni ad attendere e incrociava le dita sperando che il file scaricato corrispondesse esattamente alla serie, alla lingua parlata e all'episodio cercati. In caso negativo si ripartiva da zero. Non era immediato, se consideriamo anche la possibilità non indifferente di beccarsi virus. Oggi invece si può spendere poco, pochissimo, e avere una libreria sconfinata di titoli senza bisogno di sopportare i tempi d’attesa di un download e soprattutto: è legale!


Il puntatore si ferma sulla miniatura di Mr. Robot, so solo che la serie tratta temi legati all’hacking, alla sicurezza digitale e alle cospirazioni “informatiche”. Mi piace l’argomento e mi piace ancora di più la recitazione di Rami Malek che qui veste i panni del protagonista, un giovane adulto che di giorno lavora per una ditta di sicurezza informatica e di notte, per non sprofondare nell’apatia, rovina la vita della gente per lui corrotta e malvagia hackerando i loro profili e rubando dati sensibili. Rami mi sembra una persona strana già nella vita reale, questo ruolo si addice proprio a lui.


Sono le due di notte e ho finito il primo episodio, mi ha preso. Un po’ troppo tecnico per i non addetti ai lavori ma ci passo sopra, fortuna che ho seguito le lezioni di informatica all’università. L’elemento che mi attira di più è sicuramente la figura del protagonista e sono curioso di scoprire come verrà sviluppato e dove lo porteranno gli eventi della trama. Sicuramente guarderò il secondo episodio. Finalmente ho sonno e vado a dormire.


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